Competenze digitali: perché sono così importanti per le aziende

Cosa sono le competenze digitali

In un mondo che vive di tecnologia, si parla spesso delle cosiddette competenze digitali. Le competenze digitali sono traducibili in abilità tecnologiche informatiche che spaziano da quelle di livello basico a quelle di livello avanzato. Oggi le digital skills sono molto importanti: il mondo del lavoro le richiede con molta più frequenza di un tempo. La loro presenza è spesso necessaria ai fini dell’assunzione.

Con abilità informatiche si intende anche accendere un computer e redigere un documento correttamente, oppure sviluppare sistemi e software. Tutto quello che riguarda il mondo digitale e tecnologico si può racchiudere nella definizione delle competenze digitali.
Quest’ultima rappresenta una categoria di skills molto ampia e varia, contenente abilità di base, intermedie e avanzate, nonché estremamente specifiche. La maggior parte delle persone parte sicuramente ha un buon livello informatico, derivante dall’uso frequente anche solo di uno smartphone. Con la quotidianità si imparano moltissimi concetti tecnologici senza accorgersene. Seppur non in maniera immediata, ci si sta spingendo verso la digitalizzazione dell’intero globo. Scopriamo nel dettaglio in che cosa consistono le tre diverse categorie di competenze digitali

Quali sono le principali competenze digitali

Le competenze digitali possono essere categorizzate in: base, intermedie, avanzate. Probabilmente è riduttivo suddividerle in soli tre gruppi; ma allo stesso tempo ci permettono di riuscire a trovare il settore che più si adatta alla nostra istruzione informatica.

Competenze base

Le competenze digitali di livello base riguardano il possesso di informazioni più o meno approfondite dei concetti di hardware, software e il mondo online. In poche parole, riuscire a utilizzare in maniera ottimale la tastiera o il touch screen, essere in grado di creare e modificare file testo ed essere capaci di gestire le email, i contatti e anche gli acquisti online, fanno di una persona un nativo digitale. Sono comunque skill che, oltre ad apportare vantaggi per la propria quotidianità, sono molto richieste nel mondo del lavoro. Tuttavia, si parla anche di cittadinanza digitale. Questo significa che anche una componente base di nozioni informatiche rende una qualsiasi persona un cittadino in grado di stare al passo con i tempi e a digitalizzarsi.

Competenze intermedie

Le competenze intermedie si riferiscono alla capacità di rendere l’utilizzo degli strumenti digitali particolarmente vantaggioso per una determinata situazione. Questo include chiaramente anche abilità ancora più specifiche, che però non superano determinati requisiti. Le competenze intermedie sono quelle che permettono di effettuare un salto di qualità a livello lavorativo. Si tratta, infatti, di riuscire a adoperare programmi gestionali di qualsiasi tipo, essere in grado di riorganizzare ogni genere di file e rispondere con prontezza a problemi tecnici sapendo risolverli. Identificarsi in questa categoria vuol dire essere consapevoli di conoscere in maniera approfondita il mondo digitale-informatico. Appartengono a questo sottoinsieme anche tutte le tecniche del digital marketing. Quindi ci si appropria, in realtà, di grande destrezza nel mondo tecnologico e volendo anche economico.

Competenze avanzate

Le competenze avanzate riguardano soprattutto competenze specialistiche ICT e di e-leadership. Si tratta di settori molto specifici dove le abilità informatiche richieste sono di un livello estremamente alto. Derivano, infatti, da studi approfonditi e ricerche. Chi possiede competenze avanzate probabilmente è in grado di sviluppare software, sistemi di intelligenza artificiale, database, web e cyber security e programmi in autonomia. Le persone che appartengono a quest’ambito sono altamente istruite e preparate, la cui formazione deriva da anni di studi e di ricerche.
Un grande passo di qualità rispetto alle competenze intermedie.

Le digital skills possono quindi variare molto e si riferiscono a diverse accezioni dell’informatica. Tutte queste abilità possono, inoltre, essere raggruppate in hard skills e soft skills.
Risulta particolarmente interessante soffermarsi sulle digital soft skills.

Digital soft skills

Con l’espressione soft skills si intendono quelle attitudini trasversali che riguardano specialmente il modo di porsi e comportarsi nei confronti di un ipotetico team e nel riuscire a risolvere tempestivamente problemi di varia natura. Le soft skills esistono anche in ambito digitale, parlando dunque di digital soft skills. Le digital soft skills sono modalità comportamentali poste in relazione agli strumenti digitali. Si riferiscono a riuscire a identificare ipotetici gap personali, ad effettuare operazioni di problem solving e riuscire a utilizzare gli aspetti più flessibili di tutto ciò che è digitale. Anche queste abilità sono particolarmente richieste nel settore lavorativo, in quando mirate alla risoluzione di problemi e all’impostazione di soluzioni digitali/informatiche. A volte non ci si rende conto di come sia semplice affinare questo genere di abilità semplicemente affrontando la quotidianità con i nostri dispositivi mobile. Sicuramente chiunque sarà stato in grado di risolvere in maniera autonoma qualche problematica tecnica, oppure migliorare i propri andamenti informatici. Eseguendo piccole azioni ogni giorno si accumulano, inconsapevolmente, le cosiddette digital soft skills. Nonostante non siano abilità specializzate, rappresentano il futuro del lavoro, in quanto possono essere d’aiuto in un team numeroso.
La volontà di collaborare e la capacità di usufruire di digital tool, caratterizza un’accoppiata molto ricercata nelle aziende.

Cosa sono le competenze digitali specialistiche

Come accennato, tra le digital skills sono presenti anche quelle specialistiche. Quelle specialistiche, come dice il nome, si riferiscono ad abilità tecnico-informatiche di un determinato calibro, ottenute esclusivamente dalla formazione almeno decennale nell’ambito. Non sono minimamente comparabili ad altri generi di skills informatiche, in quanto specializzate in maniera assoluta. Infatti, chi è in possesso delle competenze digitali specialistiche spesso lavora per enti pubblici o privati come programmatori anche di intelligenza artificiale. Diciamo che con quest’ultime si possono raggiungere livelli lavorativi altissimi. Chi si identifica professionista all’interno di questa macro categoria, è qualificato per fornire prodotti e servizi informatici di una qualità notevolmente elevata, senza perdere comunque le proprie soft skill. In questo caso gli ambiti lavorativi sono letteralmente innumerevoli e la possibilità di fare carriera è certa. Gli operatori appartenenti a questo gruppo spesso contribuiscono ad enormi mutamenti tecnologici e digitali, rendendo apparecchiature, dispositivi, macchinari, strumentazioni e computer all’avanguardia e innovativi.

Qui si racchiudono le competenze specialistiche ICT, i cui lavoratori operano in strutture ICT private o pubbliche e le competenze specialistiche e-Leadership. Quest’ultima figura professionale prevede e organizza cambiamenti digitali, riuscendo a contestualizzarli. Questo insieme di abilità costituiscono le hard digital skills. Al contrario di quelle soft, le hard skill sono abilità specifiche che formano una persona sotto il punto di vista professionale. Sono infatti quelle competenze da inserire in un eventuale curriculum vitae. Sono hard digital skills, per esempio, l’utilizzo di pacchetti specifici e l’uso di programmi complessi. Capacità che riguardando esclusivamente la figura professionale. Si ricorda che è necessario affrontare studi, corsi e specializzazioni per ottenere competenze simili.

Cos’è il reskilling

Nel mondo lavorativo, non si è sempre in grado di trovare personale che abbia competenze specifiche desiderate per ricoprire il ruolo vacante. Il futuro del lavoro, però, non si basa più soltanto sulle skill specifiche di cui si è già in possesso. Si basa, bensì sullo sviluppo itinere di nuove abilità, sempre diverse le quali variano a seconda della necessità e di quello che manca davvero all’interno dell’azienda. Questo fenomeno si chiama reskilling e consiste in una vera e propria creazione innovativa delle skills necessarie in una qualsiasi attività economica. Chi ha serie intenzioni di partecipare allo sviluppo di nuove capacità, dovrà dimostrarsi creativo, flessibile, disponibile e aperto mentalmente.
Il vero obiettivo del reskilling è permettere ai lavoratori di ricoprire impieghi ritenuti datati, senza necessariamente possedere specifiche abilità. Si tratta di un passo enorme nel mondo sia lavorativo che tecnologico.

Così le aziende mostrano il loro interesse a stimolare i dipendenti, mettendo loro alla prova e facendoli provare nuovi incarichi sempre diversi.
In questo caso, però, vengono considerate particolarmente rilevanti le soft skills: infatti, per procedere all’avvio di una nuova abilità, si parte dalle attitudini e comportamenti trasversali.
Per effettuare un’operazione di reskilling, sarà necessario osservare attentamente tutte le capacità dei lavoratori, valutandone così le potenzialità.
In questa maniera si creano costantemente nuovi ruoli da ricoprire e si ha cura dei propri dipendenti. Offrire loro un’opportunità di reskilling non è per niente banale. Si tratterebbe di una serie di competenze in più da aggiungere al proprio curriculum vitae.
Non sono ancora moltissime le attività aziendali che aderiscono a questa iniziativa lavorativa, ma sempre di più stanno cercando di convertirsi a quest’ottica decisamente innovativa. Diventa così un valore aggiunto anche per l’impresa stessa. Il reskilling è un fenomeno di ricerca e sviluppo di skill che permette l’accesso a un nuovo modo innovativo di lavorare. I suoi pro convincono sempre di più le Risorse Umane.

 

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